Google: anche i ricchi piangono
Siamo ormai abituati a quotidiani, riviste specializzate (online e offline) e blog vari che trattano regolarmente di Google, dei suoi prodotti e delle sue strategie. In particolare, nelle ultime settimane stanno proliferando gli articoli i cui autori puntano i riflettori su alcuni comportamenti dell’azienda di Mountain View.
Un esempio per tutti, tre articoli recenti della rivista online Punto Informatico:
- in un articolo si sottolinea come, di fronte alla crisi mondiale, anche Google si appresti a licenziare e a bloccare nuove assunzioni inizialmente pianificate per il 2009.
- un altro articolo dà la notizia di Google che ha abbandonato lo sviluppo di alcuni servizi che, dalla loro nascita, non si sono dimostrati sufficientemente profittevoli (citiamo ad es. Google notebook, Jaiku, Lively).
- in questo articolo, infine, vengono raccolti alcuni pareri negativi di ex-dipendenti di BigG descrivendo le motivazioni che li hanno spinti a lasciare l’azienda.
Riassumendo, quindi, questi articoli, come gli altri simili apparsi sui media nelle ultime settimane, ci dicono che Google taglia il personale, limita le nuove assunzioni, interrompe i progetti non remunerativi.
La domanda sorge spontanea: dov’è la notizia?
L’equivoco, se così vogliamo chiamarlo, deriva dalla tendenza, creata dalla stessa Google e alimentata dai media, a considerare BigG come un’azienda speciale. E’ innegabile che l’azienda abbia alcune caratteristiche che la rendono peculiare: dalla cura degli spazi fisici, alla politica ambientale, all’attenzione alle risorse umane. Non dobbiamo però dimenticare che è pur sempre un’azienda “profit”, cioè orientata al profitto. E’ quindi normale che di fronte ad una crisi economica si comporti come qualsiasi altra azienda.
Non stupiamoci quindi se anche Google taglia, limita, ridimensiona e … piange.
Contando poi che la pubblicità sta trovando nuovi spazi che sembrano più mirati e quindi profittevoli sui telefonini, e Google è sempre più accerchiato da motori di ricerca all’avanguardia,come quello sviluppato dai due ragazzi indiani,il comportamento dell’ azienda google è in linea con le aspettative che si dovrebbero avere scavando sotto l’alone magico che copre quel marchio.